sabato 31 dicembre 2011

nulla di cio' che viviamo è ordinario nè banale

Rien de ce que nous vivons n’est ordinaire

Bien que nous ayons à vivre des choses de façon ordinaire, rien de ce que nous vivons n'est ordinaire, ni banal. Le quotidien, les habitudes donnent un goût uniforme à notre existence et on pourrait se lasser d'une vie d'apparence monotone mais, en zazen, on peut observer les nombreuses variations de notre existence, le paysage qui n'est pas monotone. Et même s'il nous fallait vivre dans un carré de terre, notre esprit irait jusqu'aux confins de l'univers.
C'est comme le poème de la hutte de paille qui est affiché à l'entrée du dojo : sous ces
quelques pieds carrés l'univers entier est présent.
Quelquefois, on pourrait croire que le zen s'attache aux détails, aux choses méticuleuses,
aux rituels mais, en réalité, tout cela est pure forme si on n'est pas en train de
complètement goûter l'existence. Et ce qui pourrait paraître être un côté maniaque ne doit pas écraser la fraîcheur constante de la présence.
Nos vies ne sont pas banales : nous sommes capables de créativité mais la créativité ne se
réfléchit pas, ça explose, se volcanise.
Il ne s'agit pas de sacraliser les gestes que nous faisons, ni de s'y attacher de manière
névrotique mais plutôt de voir quelle est la résonance de chaque geste avec notre corps tout entier afin de voir comment nos gestes sont reliés au monde, comment notre attitude même influe sur la nature de l'homme, la verticalité de l'homme ; c'est-à-dire sa manière d'être humain.

[Patrick Malle]


martedì 27 dicembre 2011

asfodeli

Asfodeli nella notte di rigore,
gelati come frutti appena colti,
morbidi eppure lievi si frammentano
nello spazio di un'ora agli incantesimi
del giorno. Asfodeli bianchi nel giorno
di rigore, dopo aver depositato le pietre
per costruire, ecco la casa pronta.


lunedì 5 dicembre 2011

gran supermercato del vento


Gran supermercato
del vento, imprevedibile
assise di orecchie
lungimiranti,
là dove il granaio del tuono
tesse e opera,
a ritroso scorre la memoria
per un soffio.

eppure evanescenti


Certi giorni tutti uguali
ammaestrano segmenti
di ore, di minuti, di secondi,
con la frenesia indubbia
di un ballo di paese, formidabili
eppure evanescenti.

sabato 3 dicembre 2011

s.antonio


Quando ero bambina ricordo che mia madre soleva recitare questa invocazione a S.Antonio se in casa si era perduto qualcosa: "S.Antoine plein de vertu fais-moi trouver ce que j'ai perdu". Certo, si trattava di una forma devozionale un po' bigotta, ma mi è tornata in mente in questi giorni vedendo in un paesino nei dintorni una piccola cappella votiva e ho pensato che anche a me piacerebbe ritrovare quello che ho perso.




sabato 26 novembre 2011

infine una radura

Infine una radura tra lo sbattere
dei denti. Ulivi e tappeti di pimpinella
per muscoli.

venerdì 4 novembre 2011

alla lodevole attenzione

Mostrami le mani,
palmo e dorso,
le piccole ossa, le ferite
di quando eri bambina.
Nessun sotterfugio di fronte
alla lodevole attenzione
dell'incendio che arde.
[il varco]


odessa

Odessa e i porti
sul Baltico, oggi ogni cosa
che il cuore benedice
si illumina.


giovedì 3 novembre 2011

domenica 30 ottobre 2011

sono lacrime gli occhi dei pesci

La primavera se ne va -
piangono gli uccelli, sono lacrime
gli occhi dei pesci.
Basho


roy lichtenstein

due poesie

Non temo la città in giallo
ma le traiettorie dei battitori stanchi
dalle fauci addormentate,
che dei palati carminio e corallo
han perso traccia.


***

Origina il tramonto la trascendente
sete,
dalle pozze scure cresce il grano,
fiammelle di un robusto esercito le spighe.

sabato 29 ottobre 2011

martedì 25 ottobre 2011

las vegas

Orme che hai seguito
a perdifiato,
non c'era violenza nel progetto
del vento,
ma rimbalzano ancora le tue ossa sul selciato.

domenica 11 settembre 2011

i giganti

Diedero lustro al sogno elettrico
del tuono,
riempirono il cielo di lampi, poi,
arcuando corpi da giganti,
lo collegarono alla terra,
creando la mescolanza dei suoni.
[il varco]

domenica 4 settembre 2011

dal mondo del disseccamento

Tritoni, salamandre, testuggini,
dal mondo del disseccamento
fino all'acqua che nutre
il territorio.
Migliaia di piccoli   corpi
accolti dal vuoto creano
percorsi migratori

venerdì 12 agosto 2011

il varco

Ottime ragioni per dimenticarti,
seppellirti in danze macabre,
grovigli di ossa antiche e vere,
come ceri resi molli dal calore,
eppur lievi nel loro sussultare.
Ginestre sui picchi, silenzio degli occhi acerbi.








sabato 9 luglio 2011

gocce rivoluzionarie

Fango sottile del cratere
in movimento, acqua
pura
che sgorga
dalle intercapedini,
gocce rivoluzionarie
del sentire.


Francesco Clemente

domenica 3 luglio 2011

les fleurs

Les fleurs éclosent dans l'orage du printemps
et du pied de la montagne, leur parfum s'élève.
[Dogen]


sabato 2 luglio 2011

rilucete!

Redentori del grande flusso,
delicate scintille della
spaziosità, voi che tradotti in
traslucide lingue
le rendete libere, come
sassi
levigati
dalla corrente
offrite rifugio all'ombra,
RILUCETE!
[Nel frattempo]

lunedì 27 giugno 2011

mai neutri

Storia della compassione
in una vetreria
abbandonata
di vetri scomposti e
sgargianti, li vedi
dentro
e li possiedi,
mai neutri, liberati
al vedere.


Scanavino

venerdì 24 giugno 2011

kannon

Al di là di ogni aspetto devozionale ecco una visione  di Kannon che tocca la nostra più intima "presenza al mondo", da un testo di Patrick Malle:


Avalokitesvara, Kannon, le bodhisattva de la vraie liberté

En quoi les représentations mythiques de Kannon, Avalokitesvara, nous concernent-elles aujourd’hui ? Cela ne nous viendrait probablement pas à l’idée de recourir, dans des circonstances difficiles, à l’invocation de Kannon, de cette forme du bodhisattva de la vraie liberté, qui aide tous les êtres, comme pourrait le faire une dévotion populaire (en Chine ou au Japon)-. Bouddha, qui n’est pas une représentation mais un personnage historique, est intime avec toute chose. La bouddhéité, c’est l’intimité avec le cosmos tout entier, avec toutes les manifestations - j’allais dire tous les bonnos (imperfections, impossibilités), toutes les formes d’expression. On dit que Kannon prend une forme opportune, heureuse, devant l’autre, tout simplement parce que sa connaissance intime du monde lui fait comprendre la situation de l’autre. Ainsi, Kannon prend toutes formes au gré des rencontres. Et ça, ça nous concerne parce que Kannon c’est nous : c’est nous qui - de ku à shiki1 et de shiki à ku, dans l’expérience profonde de hishiryo ; c'est-à-dire la conscience la plus profonde, non intellectuelle, non mentale – faisons l’expérience de toute chose, ne limitant pas notre expression à la mesure de la conscience habituelle de notre personne, à notre ego. Par cette conscience plus large l’autre est en nous. Si nous avons suffisamment exercé toutes les réactivités - pas seulement celles auxquelles nous sommes habituées -, c’est par ce point de contact que nous pouvons accompagner une réactivité particulière, un caractère, un bonno, vers ku, la transformation en énergie, comme dit Kodo Sawaki. Et ce, premièrement pour nous-mêmes, mais c’est la même chose pour l’autre, à la fin : unité. Cela pourrait paraître mystique mais, en réalité, c’est la seule façon de se rencontrer : on ne peut trouver l’autre que dans le champ total de notre conscience sinon, nous interprétons et passons complètement à côté de l’esprit qui nous est commun.


Ku : fluide, contient le tout, sans phénomène.
Shiki : manifestation, concrétisation, objet.
Il est souhaitable de ne s’attacher ni à ku, ni à shiki

giovedì 16 giugno 2011

due poesie

Trascendi il sonno, 
le sue vele presto
socchiuse,
che le afferri
e le sottragga
il vento,
o le dilegui,
quando la notte
si sogna parola.

*

Torna indietro per me
l’udito acerbo,
torna indietro e
si raccoglie in vaporosi
attimi di tempo,
frammenti ventosi
di passi di fango,
reti per gli inermi.

domenica 12 giugno 2011

ecco le venature

Ecco  le venature
azzurre
profilarsi oltre
la grande ansa
dell'occhio, catene
montuose
che si dischiudono
all'alba,
contrappunti del
respiro, furioso
dentro.

Dine

mercoledì 1 giugno 2011

luci di luci

Luci di luci taglienti,
agitate apoteosi
convogliate
nell’accadimento
nero,
dissenso adulto
della profuga carnale.



rothko



ma se

Ma se lottassimo insieme ancora
una volta,
corpo a corpo,
la storia ci direbbe il
“c’era una volta”
senza inutile poesia, per
un momento finalmente
liberi
di coinvolgerci, per nulla
indifferenti.



martedì 24 maggio 2011

colonie

Colonie di imperturbabili,
reti di bambini
ai crocevia,
cesseranno di essere
inermi, sì,
rabbrividiranno
per il vento che arriva
da lontano, soffiando
via
il veleno.



lunedì 23 maggio 2011

punti

Punti, punti dolenti e
tondeggianti,
di cartapesta per il teatro
dei pupi,
a memoria, a togliere e
a levare, foglie caduche
del credo
degli abissi.




il cavaliere azzurro

[Franz Marc]

domenica 8 maggio 2011

io, tu

Io, tu, infiniti fori nell’oscura
capienza
del variegato affanno,
soffioni
in campi eterei di infinito
nulla,
dove anche il dolore non
esiste
e tutto soggiace,
io, tu,
lingue d’oca della vigilia,
pronti a fare il gran balzo.





mercoledì 4 maggio 2011

a memoria

Riga per riga, parola per
parola,
ho letto un libro
di esagrammi
desueti.
L'acciaio della città
li rende pesanti,
come appunti
da ricordare
a memoria.
Nel frattempo
dicono addio.
[Nel frattempo]


lunedì 2 maggio 2011

pioppi, ontani

Pioppi, ontani, tardivi
residui di primavere,
Erbe coralline nel ricordo
di ere
forgiate dai presupposti dei
metalli. Nomi e verbi della
vegetazione
e del canto.

sabato 30 aprile 2011

ottobre in festa

Ottobre in festa. Dalle fornaci
come crateri diseguali
escono
i manufatti, i volti, le parole.
Oggi si ricorda l'estate, oggi
gli animali risorgono.
[Nel frattempo]

martedì 26 aprile 2011

fili, maturandi

Fili, maturandi, come reciderli in attacco,
quando forti di essere gli stessi si mirano
aperti,
ignari partecipi della stessa morte in ombra.
Poi, incolonnati in radura, il sole filtra appena,
e dei tronchi robusti il ricordo del lampo e l'esercizio
delle formiche.
(Stanzas)

domenica 24 aprile 2011

la galleria del vento

Sono nata in una città di mare. Ricordo giornate spazzate dal vento. Da bambina mi piacevano tanto gli angoli ventosi che affrontavo con mia madre e mio fratello mentre andavo a scuola. Mi piaceva giocare con lui e sentirlo tra i capelli. Dispettoso, capriccioso e allegro. Solo con me. Allora ho disegnato una mappa degli angoli del vento per i bambini che non conoscevano le sue proprietà taumaturgiche. Anche oggi a volte entro ancora nella  galleria del vento e sono viva.


martedì 19 aprile 2011

volti

Tenendo infinite opzioni tra le dita,
la regolarità della presenza dei volti caucasici
in città
è una testimonianza labile.
[Nel frattempo]

domenica 17 aprile 2011

sul confine

Ora della finestra l'ogiva piena
in fisarmonica,
che si rimangia le assi tavolate
e dei chiodi
la serena corona.
Come seguendo un filo trapassato
interrompendo la luce i fumaioli aperti
in cornici di nero segnano punti alle lame lucide.
Percossi con i mattoni i voli delle colombe
piombato il cielo per forza
producendo negazioni.
E così, illanguidito, il giudizio non si affretta
a circoscrivere
e olmi, ontani, ombrellifere ormai canute
come una barba raccolta negli anni passati
si accomodano in cieli di limoni, aranceti celesti.
(Stanzas)

venerdì 15 aprile 2011

sguardo amico

[restiamo umani]

oggi è già un domani
dove le flotte aeree
sono i festoni
appesi
della città che arde.
Dove la dolente retta via
si interseca prona
sulla battagliola e sui sassi.
Orde di massi iranici frammenti
nel delo della strada confusamente
protestano,
la grande madre
oppressa
ai lati dell'emisfero.
Ghiacciati i poli,
sepolti i visi,
recuperi.
(Stanzas)

domenica 10 aprile 2011

so bene che

so bene che dire nel frattempo, per di più tra parentesi quadre, può dare l'idea di uno scarto tra il momento in cui il dardo scocca e quello in cui colpisce il bersaglio. Un tempo non lo avrei sopportato. Ora mi chiedo del calabrone che nel frattempo si posa e della  storia della traiettoria.

Anselm Kiefer

venerdì 8 aprile 2011

portes ouvertes [nel frattempo]

porta di damasco, porta degli sbadigli, porta dell'attendere risvegliato,
in te mille inverni diventano pioggia, in te fa baruffa il vento.
apri e sbatti.