sono caduta come variabile
nel reticolo
degli sguardi.
Sono caduta.
Ma dal tronco dell'albero
sono rifluita come ricamo
di clorofilla. Pazienza
del pettirosso.
Padri, madri,
fratelli, sorelle
come civette
appollaiate
nell'ombra.
Desolati. Intanto
la loro tempesta è
passata e la mia è
vivente occasione di toccare il suolo.
Partendo da un'ignobile sofferenza, di nuovo, l'insolenza che, nonostante tutto, persiste in maniera subdola, cresce, prima lentamente, poi a un tratto, in un bagliore, mi acceca e mi esalta in una felicità affermata contro ogni ragione. (Georges Bataille)