venerdì 19 febbraio 2010

divoramento


Il termine "Porrajmos" nella lingua dei Rom significa "divoramento" e indica la persecuzione e lo sterminio di più di 500.000 zingari compiuto dal Terzo Reich. La ricerca storica solamente da pochi anni ha iniziato ad indagare questo aspetto della follia nazionalsocialista.

In Italia, Rom e Sinti furono imprigionati nei campi di concentramento di Agnone (convento di San Berardino), Berra, Bojano (capannoni di un tabacchificio dismesso), Bolzano, Ferramonti, Tossicìa, Vinchiaturo, Perdasdefogu e nelle Tremiti. Erano Rom italiani, ma anche di altre nazionalità; in particolare un gran numero erano Rom slavi, fuggiti in Italia dalle persecuzioni in patria. Molti di loro riuscirono a fuggire e si unirono alle bande partigiane.

maresina vuole volare!

eccomi, sempre vista da Marco, in una nuova avventura, questa volta voglio volare... mi ricorda tanto Castaneda!

domenica 14 febbraio 2010

il lusso delle parole


lo potremo ritrovare intatto
nero su bianco
sul foglio di giornale
il lusso della parola,
insieme alle mollette
e all’attesa densa
che tutto ritorni a circolare
nel sangue
che segna il confine,
passato tra cortometraggi minimi,
apparizioni lievi,
la testa sul prolungamento del corpo,
senza parole

venerdì 12 febbraio 2010

maresina

eccomi qui vista da Marco! Viaggio iniziatico nel mio inconscio con corvetto nero

mercoledì 10 febbraio 2010

salvi

poesia naturale del carro
che aspetta col cavallo
il fieno,
nella radura fredda
serpeggia il vento,
delle ossa dei contadini
lo scricchiolio. Dopo
spegneranno il falò,
torneranno alla casa
dalle mattonelle blu,
la macchina da cucire,
i barattoli con i ricordi.
Staranno seduti, sì, lo faranno,
accenderanno una candela
sull’altarino, finalmente salvi

poesia naturale

domenica 7 febbraio 2010

la forza che guarisce

Facciamo una distinzione tra il corpo, che si ha e la carne, che si è. In questo modo ogni membro, ogni funzione guarda all'uomo tutto intero: il piede è l'uomo tutto intero che cammina, la mano è l'uomo tutto intero che agisce, la testa è l'uomo tutto intero che pensa, il cuore l'uomo tutto intero che sente.
La respirazione non è semplicemente un approvvigionamento di ossigeno; considerata da un punto di vista personale è un movimento tra l'alto e il basso, tra l'interno e l'esterno, un movimento che è simultaneamente un incontro. Ci offriamo e raccogliamo nuovamente. Ci apriamo e ci chiudiamo. Riceviamo e diamo. Quello che prendiamo in alto è la luce che penetra l'oscurità del basso e che rinasce da questo incontro. Nella natura questa luce è il sole ed ha una forza terapeutica se ci apriamo totalmente ad essa.
Il maestro Hakuin dava ai suoi discepoli questo consiglio: immaginare un vaso sul capo dal quale cola un liquido chiaro e fresco sulla testa, le spalle, il tronco, le braccia, le gambe e la punta dei piedi. Nell'espirazione questo liquido scende, fresco e guaritore, lungo il corpo, portando via con sè tutto ciò che è doloroso. Nell'inspirazione il vaso sulla testa si riempie di nuovo e con l'espirazione il suo liquido guaritore scende di nuovo su di noi.
K.G.Durckheim  Sagesse et amour

(traduzione Maresa)