godere insieme della tua
allegrezza.
Quanta opulenza in quel
sorriso! Quanto dolere
in quel diniego.
Ma dei frutti del tempo
facciamo incetta come
del mare di spighe.
Le promesse del mondo.
mi avvicino al guado
del cuore-boscaglia.
All'alba il tronco cavo
è un emisfero boreale
di rugiada e l'esercizio
delle gocce un passatempo
atavico.
La luce taglia l'aria e mostra le cronache dell'era.
ora so cosa si cela
dietro le spaghetterie cittadine,
quando l'ansia di ritornare
esatti
non ammette sotterfugi e si soffre
discrepando l'unica soglia
al dolore
del racchiuso.
Ora, tirando sassi al cerchio
acquatico,
rimosso l'orgoglio,
sento il frammento misto all'unione
e la perversa timidezza reale
ricoprire gli anfratti
del giorno giocato.
[stanzas]
Partendo da un'ignobile sofferenza, di nuovo, l'insolenza che, nonostante tutto, persiste in maniera subdola, cresce, prima lentamente, poi a un tratto, in un bagliore, mi acceca e mi esalta in una felicità affermata contro ogni ragione. (Georges Bataille)